domenica 6 novembre 2011

ALLATTAMENTO AL SENO …e la figura del padre…?

'UNICEF e l'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve dimostrare di rispettare prima di poter essere riconosciuta "Ospedale Amico dei Bambini":

1.     Definire un protocollo scritto per l'allattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario
2.     Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo
3.     Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dell'allattamento al seno
4.      Mettere i neonati in contatto pelle a pelle con la madre immediatamente dopo la nascita per almeno un’ora e incoraggiare le madri a comprendere quando il neonato è pronto per poppare, offrendo aiuto se necessario.
5.     Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche nel caso in cui vengano separate dai neonati
6.     Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno, tranne che su precisa prescrizione medica
7.     Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ), in modo che trascorrano insieme ventiquattr'ore su ventiquattro durante la permanenza in ospedale
8.     Incoraggiare l'allattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento
9.     Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dell'allattamento
10. Promuovere la collaborazione tra il personale della struttura, il territorio, i gruppi di sostegno e la comunità locale per creare reti di sostegno a cui indirizzare le madri alla dimissione dall’ospedale.



DURATA DELL'ALLATTAMENTO AL SENO ED ETÀ DI INTRODUZIONE DEGLI ALIMENTI COMPLEMENTARI

Praticare l'allattamento materno esclusivo dalla nascita all'età di sei mesi, a sei mesi introdurre gli alimenti complementari continuando ad allattare al seno.

CONTINUARE L'ALLATTAMENTO AL SENO 
Continuare l'allattamento al seno a richiesta fino ai due anni di età o oltre.

Dopo queste direttive rispettabilissime, non si può evitare di pensare a come una madre possa concretamente allattare per 2 anni e oltre il proprio bambino, visto che spesso, le mamme devono tornare al lavoro.

Al di là di questa considerazione concreta, c’è un altro aspetto da considerare

Secondo M. Mahler:

·        A circa 6 mesi il bambino inizia a volgere la sua attenzione al mondo esterno arrivando al controllo visivo tra la madre e l’altro non madre (10 mesi).
·        A 11 mesi ci sono i tentativi di allontanamento dalla madre. Sviluppo e funzionamento degli apparati autonomi dell’Io in prossimità della madre.
·        Intorno al 1° anno di età con la deambulazione appare il linguaggio e il pensiero, l’esplorazione e l’investimento libidico sulle funzioni autonome e sugli oggetti. Formazione dell’io e costanza dell’oggetto affettivo.
·        La madre deve rinunciare al possesso del figlio.

Per approfondimenti circa la teoria dello sviluppo della Mahler:


Ciò che mi sta particolarmente a cuore è un altro aspetto dello sviluppo del bimbo/a:
la presenza e la considerazione della

FIGURA DEL PADRE
Un elemento che non viene mai considerato dalle donne, anche terapeute è la figura del PADRE.
Il padre, come figura di svincolo dall’attaccamento madre – bimbo/a, potrebbe assolvere alla funzione di allattamento col biberon, o di nutrimento attraverso altri prodotti, come modalità di svezzamento.
Il padre può nutrire il figlio in modo diverso dalla madre, sia col latte che con l’emozione. Il bimbo/a, avrebbe una figura accudente diversa che gli permetterebbe di distaccarsi dalla madre, gradualmente e senza traumi, dato che passerebbe ad essere accudito comunque da una figura significativa*, nel momento in cui naturalmente tende a farlo, verso i 6 mesi ( M. Mahler).
Procrastinare il distacco dal seno potrebbe (ripeto potrebbe!) rendere meno facile il processo di separazione-individuazione del bimbo/a.
* Figura significativa
È difficile oggi, in una società maschilista che vede prioritari i preconcetti derivanti dagli stereotipi riguardo al maschio, a come dovrebbe essere e a come dovrebbe comportarsi, concepire un padre che allatti il figlio/a.
L’allattamento al seno è ovviamente un codice femminile materno, ma la funzione nutritiva dell’allattamento può essere espletata anche dal maschio che può essere una figura accudente, in modo diverso dalla madre, ma altrettanto importante per lo sviluppo del bimbo/a, che dopo i 6/8 mesi di allattamento esclusivo al seno, inizia gradualmente il suo processo di separazione-individuazione dal corpo della madre.
Il padre è importante in questo processo di separazione-individuazione perché è la figura di svincolo che facilita tale processo.
Si parla tanto dell’assenza del padre dalle famiglie e dalla funzione di accudimento, ma quando si parla del rapporto madre-bambino, il padre viene sempre tenuto in disparte, addirittura dimenticato. Ci si ricorda del padre solo quando deve andare a prenderli a scuola o in palestra, ma per aspetti di intima relazione padre-bimbo/a, il padre non viene considerato, anzi direi che questa dimensione relazionale padre-bambino è del tutto svalutata.
Auspico che la donne, in particolar modo le psicoterapeute, possano tener conto della figura del papà, non come aventi funzione di appendice, piuttosto di complementare elemento di sviluppo, almeno a partire dai 6 mesi.



Nessun commento:

Posta un commento